lunedì 5 settembre 2022

Disturbi nella propagazione radio

Evanescenze


Il percorso di un'onda radio può essere perturbato da diversi fattori, tra i quali la riflessione e la rifrazione delle onde elettromagnetiche. Questi generano rotazioni di fase e ritardi nel segnale.

Se nel tragitto esistono più percorsi dovuti a riflessioni, nel luogo di ricezione il segnale risultante sarà la somma vettoriale delle varie componenti.

Questo significa che se arrivano in fase, otterremo un aumento del segnale. Se arrivano in controfase, otterremo invece un annullamento del segnale.

Ostacoli in movimento, riflessioni troposferiche e ionosferiche generano di continuo percorsi che contribuiscono all'effetto dell'evanescenza.


E' sempre possibile il collegamento bidirezionale?

Quando ascoltiamo una chiamata radio, siamo portati alla conclusione che possiamo sicuramente rispondere e venire ascoltati, in pratica che il collegamento radio teoricamente dovrebbe essere possibile.

Talvolta però succede che ciò non è vero.

Banalmente, può essere dovuto alla scarsa efficienza di una o di entrambe le stazioni, come ad esempio una potenza troppo bassa in trasmissione, oppure per la scarsa sensibilità del ricevitore o per l'uso di antenne inadeguate allo scopo.

Il tragitto dei segnali radio potrebbero avere direzioni diverse, oppure anche essere influenzati da diverse condizioni di MUF e LUF rispetto al percorso. Lo strato riflettente potrebbe avere una posizione inclinata rispetto alla superficie terrestre ma anche, nei salti per mezzo dello strato F2, ci potrebbe essere uno strato Es su un estremo del percorso.

Una cosa è chiara: di solito questo avviene quando una delle stazioni corrispondenti è sull'emisfero diurno e l'altra in quello notturno.

 

Disturbi da strato E-sporadico (Es)

Può essere ovvio che cos'è un disturbo nella propagazione. Segnali che normalmente riceviamo o collegamenti ritenuti "facili" non sono fattibili, se non con difficoltà. Ma potremmo notare anche il contrario: riuscire a collegare la stazione "troppo" vicina o "troppo" lontana.

Questo può essere dovito per esempio quando si forma uno strato Es con una MUF elevata. Avremmo un DX facile anche in bande che normalmente risultano chiuse.

Ma per i collegamenti normali, lo strato Es rimane un fattore di disturbo. Questo perchè i segnali, normalmente riflessi da uno degli strati F, vengono deviati ad opera dello strato Es, normalmente più basso, così da accorciare di molto la portata del segnale.

Ne consegue che sono necessari più salti per raggiungere il corrispondente, richiedendo un uso maggiore di potenza di trasmissione. Come se non bastasse, le zone che riflettono il segnale non sono fisse, disturbando la ricezione con fenomeni di fading e distorsione di fase.

Possiamo quindi dire che l'effetto di disturbo dello strato Es dipende dal percorso che fa il nostro segnale.

Per segnali che attraversano l'Equatore, i disturbi si manifestano quasi esclusivamente di giorno e tutto l'anno, poichè nella zona dell'Equatore gli strati Es sono spesso presenti e non influenzati dalle stagioni.

Contrariamente alle zone equatoriali, nelle zone polari gli strati Es sono presenti normalmente di notte; in questo modo i percorsi dei segnali vengono influenzati principalmente durante la notte polare.

Nella zona temperata, essi sono tipicamente stagionali, con i massimi in gennaio, tra maggio e luglio ed in dicembre, di giorno.


Disturbi da attività solare

Questi sono disturbi che si formano quasi senza interruzioni, con intensità molto diverse, colpendo in zone diverse e tempi diversi.

Particolarmente colpiti sono i percorsi dei segnali che attraverso le zone polari durante la notte. Invero, i tragitti alle medie latitudini geografiche sono interessati con minore intensità.

I percorsi dei segnali che attraverso invece la fascia equatoriale sono anch'essi disturbati moderatamente, ma per tutto l'anno.

Tutti questi disturbi si manifestano con un fading più o meno profondo.

Se il fattore di attenuazione dello strato D assume valori molto alti, non riusciremo più ad attraversarlo anche con l'uso di potenze maggiori.

Lo strato D è influenzato da tre disturbi:

  • la Sudden Ionospheric Disturbance (SID; tempesta ionosferica);
  • due tipologie di Polar Blackout (PB).

La SID si manifesta solo di giorno, colpendo contemporaneamente tutta la superficie esposta. Essa dura da alcuni minuti ad alcune ore: si manifesta improvvisamente e termina in modo lento e progressivo.

Le SID possono chiudere totalmente le bande radio se molto forti, anche se quelle più coinvolte sono le onde medio/corte e le basse onde corte.

I PB invece si manifestano soprattutto durante i massimi di macchie solari, presentandosi diverse volte  al giorno; durante i minimi invece possono passare mesi senza disturbi.

Il primo tipo di PB è piuttosto raro e lo avremo quasi esclusivamente durante i massimi di macchie solari, durando di solito per parecchi giorni.

Il secondo tipo è più frequente e coincide soprattutto con le fasi principali delle aurore polari (in marzo e settembre) e dura da alcune ore fino ad alcuni giorni.

Con i PB si ha la chiusura totale dei collegamenti radio solo se una parte del percorso dei segnali attraversa latitudini piuttosto elevate (60° e oltre).

Le onde lunghe e lunghissime sono un ottimo indicatore di SID e PB, in quanto si ha un forte aumento dell'intensità di campo.


La Grey Line e le onde terrestri

Le onde terrestri consentono normalmente un collegamento radio, su breve distanza, molto stabile. Ma durante le fasi locali dell'alba e del crepuscolo, quando lo strato D si sta formando oppure sciogliendo, coesistono sia le onde di terra che quelle riflesse dalla ionosfera.

Per effetto della somma delle fasi dei segnali che arrivano al ricevitore, ne deriva un'evanescenza più o meno profonda.

Questo effetto è molto sfavorevole, soprattutto nella ricezione delle stazioni commerciali sulle onde medie.


L'effetto Lussemburgo

Questo disturbo della propagazione è stato notato per la prima volta negli anni trenta quando, sintonizzata una stazione francese (Radio Paris), si poteva ascoltare in sottofondo la potente emissione di Radio Lussemburgo, che trasmetteva su di una frequenza alquanto distante dalla prima.

La differenza di frequenza era tale da escludere fenomeni di intermodulazione nel ricevitore stesso.

Da prove effettuate in quegli anni, il disturbo doveva essere causato da fattori esterni al ricevitore.

La causa poi teorizzata è l'interazione non lineare tra il plasma di elettroni negli strati riflettenti della ionosfera e le onde radio.

Quando due segnali a frequenza diversa vengono mescolati da un mezzo non lineare, il risultato è la formazione di diversi segnali a frequenze multiple tra loro dovute al prodotto tra i due.

Questo fenomeno è noto come intermodulazione. E' usato per esempio dai circuiti di conversione nei ricevitori supereterodina, ma è provocato anche dagli stessi quando forti segnali indesiderati "battono in frequenza" con quelli utili, generando sia spurie di modulazione che veri e propri segnali "fantasma" (frequenze immagine).

73 de Andy IV3ONZ

Link utili e bibliografia:

  • ARRL, "The ARRL Handbook for Radiocommunications", ARRL 2011
  • G. Gerzelka, "Manuale dell'operatore DX", (C) 1979 Franco Muzzio & C. Editore
  • M. Martinucci, "Elementi di propagazione ionosferica", (C) 1993 C&C Edizioni Radioelettroniche
  • I. Poole, "Radio Propagation Principles & Practice", RSGB 2013
 

Previsioni di propagazione ionosferica

Le previsioni di propagazione ionosferica sono direttamente correlate all'andamento della meteorologia solare (Weather Forecast).

Nel web si trovano diversi servizi di previsione, gestiti principalmente da enti governativi.

Tutte le informazioni riguardanti la propagazione vengono elaborate e distribuite principalmente dal NOAA e dalla NASA:

http://www.swpc.noaa.gov/communities/space-weather-enthusiasts

Per l'Europa segnalo il sito dell'UKMO:

https://www.metoffice.gov.uk/weather/specialist-forecasts/space-weather

Altri siti, come:

http://www.solarham.net/
http://www.spaceweather.com/
http://www.hamqsl.com/solar.html
http://dx.qsl.net/propagation/

Riportano gli stessi dati, più o meno aggiornati.

I principali dati da tenere in considerazione sono riassunti in questo banner, scaricabile ed utilizzabile dal sito http://www.hamqsl.com/solar.html:

 Come interpretare i dati.

  • SFI - Indice di flusso solare

E' un valore riportato dal DRAO (Dominion Radio Astrophysical Observatory) di Penticton, British Columbia, con valori che vanno da 62.5 a 300. Esso indica l'intensità della radiazione solare misurata a 2800 MHz (10.7 cm).

E' una buona indicazione della ionizzazione dello strato F: maggiore è questo numero, più alta sarà la ionizzazione e più alta sarà la MUF.

Viene misurato tre volte al giorno e viene riportata l'ultima misura. L'SFI è correlato al 304A (misura a 304 Angstrom).

  • SN - Numero di macchie solare

E' un valore riportato dal NOAA, esso varia da 0 a 250. Il numero giornaliero di macchie solari riportato dal NOAA viene calcolato con la formula [R = k (10g + s)] (Rudolph Wolf, 1848), dove R è il numero di macchie, g è il numero di gruppi di macchie nel disco solare, s è il totale di macchie in tutti i gruppi e k è un fattore di scala variabile (normalmente minore di 1).

SN è vagamente correlato all' SFI. Viene aggiornato una volta al giorno.

  • A - Indice planetario A

Sono valori compresi da 0 a 400. Indica il livello di instabilità del campo geomagnetico terrestre. E' la media di otto letture effettuate in tre ore del valore dell'indice K, misurato in nanotesla [nT].

Se usato assieme all'indice K indica l'instabilità del campo geomagnetico: con alti valori di A i segnali HF tendono a calare; alcuni path possono chiudersi mentre altri improvvisamente aprirsi.

Alti valori di K e bassi valori di A indicano invece una breve interruzione della propagazione HF e la presenza di aurore. Viene aggiornato una volta al giorno.

  • K - Indice planetario K

Sono valori compresi da 0 a 9. Esso misura il disturbo nella componente orizzontale del campo magnetico terrestre.

I valori sono riportati in nT; viene misurato usando un magnetometro durante un intervallo di tre ore, viene poi convertito in un fattore.

Usato insieme all'indice A, si usa per determinare le condizioni di propagazione. Viene aggiornato otto volte al giorno.

  • X-Ray or XRY, 304A, Pnt Flx, Elc Flx - Flusso di particelle

Questi sono valori sempre maggiori di 0. Essi misurano la quantità di particelle, come i raggi X, i protoni, gli elettroni e tiene conto dell'intensità di campo a 304 Angstrom, quindi del flusso e vento solare.

Vengono misurati dai satelliti in orbita polare NOAA, con valori aggiornati ogni ora.

  • Aurora, Aur Lat - Aurora e latitudine minima di osservazione

Questo valore riporta la chiusura delle bande per nessuna o bassa attività aurorale: High LAT AUR per attività aurorale > 60 °N; MID LAT AUR per attività aurorale tra 60 ° e 30 °N. Aggiornato ogni ½ ora.

  • Bz, SW - Componente Bz e Vento Solare

Bz indica la forza e direzione del campo magnetico interplanetario influenzato dall'attività solare. Quando il valore è negativo, diminuisce il campo magnetico terrestre aumentando l'effetto delle particelle solari.

SW indica la velocità  in km/s delle particelle che attraversano la Terra. Maggiore è tale velocità, maggiore sarà la pressione che esercitano sulla ionosfera. Valori più grandi di 500 km/s impattano nelle comunicazioni HF. Valori aggiornati ogni ora.

 

73 de Andy IV3ONZ

Link utili e bibliografia:

  • M. Burnette, "The fast track to understanding ham radio propagation", (C) 2018 M. Brunette
  • ARRL, "The ARRL Handbook for Radiocommunications", ARRL 2011
  • G. Gerzelka, "Manuale dell'operatore DX", (C) 1979 Franco Muzzio & C. Editore
  • M. Martinucci, "Elementi di propagazione ionosferica", (C) 1993 C&C Edizioni Radioelettroniche
  • I. Poole, "Radio Propagation Principles & Practice", RSGB 2013